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"Ma come funzionano le immagini in Mambor? E perché a distanza di oltre cinquant'anni dal loro concepimento esse sono ancora attuali? È noto che Mambor, come tanti suoi colleghi, soprattutto italiani della sua generazione, si sia servito di immagini mutuate dai media (il che significa riprese da giornali, riviste, rotocalchi) o dalla segnaletica stradale con un fine ben preciso: ovvero quello di "umanizzarle". Anche se Mambor aveva già esposto in alcune mostre collettive già a partire dal 1959, sarà con la mostra del 1963 alla Galleria La Tartaruga, dal titolo "Lombardo, Mambor, Tacchi. Tre pittori romani", che irrompe sulla scena artistica romana e nazionale (per non dire internazionale, dato che a quei tempi Roma lo era a tutti gli effetti), con una serie di opere che ponevano al centro del discorso il problema della standardizzazione umana a seguito dell'influenza passiva nei confronti dei media ("Uomini - Timbro", "Stadio", "Folla" fanno parte di questa serie)."